Vediamo che cosa significa sostenibilità nel mondo imprenditoriale.
Il termine sostenibilità rispecchia il vero concetto di fare impresa, antico quanto il tempo, ovvero generare sia profitto per sé stessi che valore per territorio e comunità, quindi per le persone.
È solo negli ultimi 100 anni che la responsabilità sociale d’impresa, oggi chiamata sostenibilità, ha dovuto cedere il passo alla logica del solo profitto.
Oggi infatti il mondo imprenditoriale sta ritornando alle sue antiche origini con il nome di sostenibilità.
La sostenibilità è un modo preciso di fare impresa che sta prendendo piede sempre più velocemente, perché supportato da clienti, stakeholder, partners e persino banche.

Infatti oggi essere sostenibili è ancora un’opportunità, mentre a breve sarà indispensabile per restare sul mercato.
Per prima cosa, vediamo che cosa non è la sostenibilità.
Sostenibilità non significa burocrazia, generare quintali di carta spesso inutile o ancora peggio, seguire il politicamente corretto.
Essere sostenibili significa dimostrare di lavorare bene.
La sostenibilità deve rispecchiare obiettivi concreti, quindi va costruita su misura per ogni singola impresa, altrimenti è solo propaganda che poi rischia di tornare indietro come un boomerang.
Un’impresa sostenibile agisce secondo strategia, conoscenza e metodo verso una direzione precisa, con enormi benefici sotto diversi aspetti come:
- economia
- fiscalità
- qualità
- competitività
- accesso al credito
- gare e appalti
- marketing
- brand
La sostenibilità sta riportando il mondo imprenditoriale alle sue vere origini, infatti è sempre più supportata da clienti e mercato.
Ripetiamo, le imprese sono sempre state generatrici di valore, sia per sé stesse che per territorio e comunità.
Solo negli ultimi 100 anni le imprese hanno agito secondo logiche di solo profitto, spesso facendosi nemici territorio, comunità e quindi anche i clienti.

Per comprendere bene è importante tornare indietro di circa 100 anni, precisamente al 7 febbraio 1919, quando una sentenza della corte suprema del Michigan, cambiò direzione al mondo imprenditoriale.
I contendenti erano Henry Ford, uno dei fondatori della Ford Motor Company ed i fratelli Dodge.
Nel 1916 la Ford Motor Company aveva accumulato un surplus di circa 60 milioni di dollari, una cifra enorme per l’epoca.
Henry Ford non voleva distribuire i 60 milioni di dollari ad azionisti e soci, bensì voleva investirli per migliorare le condizioni sociali sia dei suoi lavoratori che della comunità.
La visione di Ford era semplice quanto naturale: miglioriamo le condizioni sociali, ingrandiamo gli stabilimenti, assumiamo più persone, diamo linfa all’economia e ne beneficiamo come imprenditori.
I fratelli Dodge non erano d’accordo e nonostante avessero solo il 10% delle azioni fecero causa a Ford.

I fratelli Dodge sostenevano che un’impresa, non essendo un ente caritatevole, non ha l’obiettivo di migliorare le condizioni sociali, bensì deve generare profitto e distribuire gli utili a soci e azionisti.
La corte suprema del Michigan trovò un compromesso, sentenziando che fossero distribuiti solo parte degli utili, ovvero 20 milioni di euro anziché 60.
Tuttavia dettò un punto fondamentale per futuro il mondo imprenditoriale, ciò che viene definito Shareholder Primacy, ovvero la supremazia degli azionisti.
Nella legislazione americana le sentenze fanno giurisprudenza, quindi dal 7 febbraio 1919 qualsiasi impresa perseguisse obiettivi non correlati ad un immediato aumento degli utili, doveva prima dare precedenza a soci ed azionisti.
Infatti dal febbraio 1919 la responsabilità sociale d’impresa, ciò che oggi si chiama sostenibilità, ha dovuto cedere il passo alla logica del solo profitto.
Questo è ciò che è accaduto prima negli Stati Uniti d’America e poi nel resto del mondo.
Oggi questo tempo sta finendo sempre più velocemente, poiché l’imprenditoria sotto la spinta di clienti, stakeholder e persino banche sta invertendo la rotta, tornando alle sue antiche e vere origini.
Infatti la sostenibilità è un termine nuovo per definire il vero concetto di fare impresa, antico quanto il tempo, ovvero generare sia profitto per sé stessi che valore per territorio, comunità e persone.
Ecco perché sempre più clienti si avvicinano a imprese sostenibili, allontanandosi da quelle che non lo sono.

Il mondo sta cambiando rapidamente, denaro o grandi fatturati senza un sistema davvero sostenibile è solo un cane che si morde la coda, ormai è sotto gli occhi di tutti.
È un sistema al quale sempre più persone stanno voltando le spalle, perché sono stufe, non ne possono più.
Appena i clienti si accorgono che un’impresa agisce solo in base al profitto se va bene si allontanano, mentre se va male attaccano, generando un passaparola che sulla rete può diventare devastante.
Di riflesso un’impresa che invece dimostra sostenibilità attira sempre più clienti che si dimostrano sia tolleranti che collaborativi, perfino quando l’impresa sbaglia.
Perché?
Perché oggi i clienti sono consci del potere che hanno sulle imprese, poiché possono sia elevarle che distruggerle.
Per i clienti la sostenibilità è un modo di vivere, quindi proteggono quelle imprese che lo adottano come modo di lavorare, allontanandosi da quelle che non lo sono.
Infatti il mercato sta seguendo questo trend, spingendo le imprese ad essere ciò che sono sempre state, ovvero generatrici di valore sia per sé stesse che per territorio, comunità, e quindi persone.
Ora, la sostenibilità come detto prima, richiede strategia, conoscenza e metodo, poiché deve essere funzionale a obiettivi concreti sia nel breve che nel lungo termine.
I benefici sono enormi, sia in termini economici che di brand, l’importante è affidarsi ad esperti del settore, poiché è un percorso che va stilato su misura per ogni singola impresa.